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Dott. Giammario Mascolo

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): Quando Pensieri e Azioni Diventano una Prigione

COS'È IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO:

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è una condizione complessa che coinvolge sia la sfera del pensiero che quella del comportamento, profondamente legate a emozioni intense come paura, ansia e, in alcuni casi, un temporaneo senso di sollievo o "piacere" dopo aver messo in atto un rituale. Possiamo raggruppare i problemi legati al DOC in due grandi categorie: i DOC comportamentali (rituali fisici) e i DOC mentali (ossessioni e rituali interni).

Il meccanismo alla base del disturbo può essere schematizzato in un circolo vizioso che si auto-alimenta:

  1. Disagio Iniziale: La persona sperimenta un forte disagio, spesso legato a una paura ("Ho paura che...") o a un bisogno impellente ("Ho bisogno di...").
  2. Tentativo di Soluzione: Sorge il pensiero che compiere una specifica azione (o un rituale mentale) possa alleviare quel disagio.
  3. L'Azione (Compulsione): La persona mette in atto il comportamento o il rituale mentale.
  4. Sollievo Temporaneo: Subito dopo l'azione, si prova un momentaneo senso di sollievo o rassicurazione.
  5. Rafforzamento del Circolo: Poiché l'azione ha generato un sollievo, la mente impara che per sentirsi nuovamente bene sarà necessario ripetere quell'azione.

In questo modo, emozioni sgradevoli generano pensieri intrusivi che diventano sempre più pervasivi. Per gestire questi pensieri, la persona ricorre a comportamenti o rituali mentali che, da inizialmente controllati, diventano con il tempo vere e proprie compulsioni: azioni che non si riescono più a controllare o limitare, trasformandosi in una vera e propria schiavitù.

Prendiamo alcuni esempi comuni:

  • Il dubbio ossessivo sulla pulizia: la paura di avere le mani sporche e di contaminare ciò che si tocca o si mangia porta al lavaggio delle mani. Se, però, rimane la minima incertezza sulla completa pulizia, si laveranno le mani una seconda, poi una terza volta e così via. Il lavaggio diventa un rituale stereotipato che, invece di eliminare l'incertezza, la alimenta, trasformando il pensiero di un residuo di sporco in una vera e propria ossessione.
  • I rituali di prevenzione del danno: la paura che, se non si esegue un certo rituale, qualcuno di caro possa stare male, spinge a compiere quel rituale nel modo più "perfetto" possibile. Tuttavia, il dubbio di non averlo fatto abbastanza bene porta a ripeterlo ancora e ancora, fino a diventare schiavi di decine o centinaia di ripetizioni.
  • Ossessioni corporee: la paura che una parte del proprio corpo possa deformarsi, spingendo a evitare di toccarla o a controllare costantemente la propria immagine.

Tra i comportamenti compulsivi più comuni rientrano:

  • Lavaggi ripetuti di mani, corpo, oggetti, casa, indumenti, con una sensazione incessante di dover pulire o decontaminare.
  • Controlli ripetuti di rubinetti (acqua/gas), luci spente, porte e finestre chiuse, portiere dell'auto bloccate, ecc.
  • Percorsi obbligati e ripetuti: camminare su determinate mattonelle, fare sempre lo stesso tragitto o in un modo preciso.
  • Formule mentali: ripetizione di frasi "magiche", calcoli matematici, numeri portafortuna o scaramantici.
  • Ricerca compulsiva di rassicurazioni: una forma specifica di DOC dove la persona sente un bisogno fortissimo di essere costantemente rassicurata dagli altri (ad esempio, sulla pulizia, su aver agito correttamente, sulla risolvibilità di un problema). Questa ricerca avviene spesso su internet, social media, o tramite contatti ripetuti con specialisti.

Oltre alle forme comportamentali, il Disturbo Ossessivo Compulsivo si manifesta anche con rituali mentali: rimuginazioni su argomenti sempre uguali, pensieri continui e martellanti su eventi accaduti, azioni compiute o sensazioni provate, la ripetizione continua di formule "magiche" o scaramantiche, la ricerca ossessiva di numeri specifici in ciò che si vede, o la necessità che operazioni matematiche diano sempre gli stessi risultati.

Un'altra manifestazione è l'evitamento sistematico di luoghi, persone, oggetti, animali o persino colori associati all'ossessione. Alcuni casi di tic, movimenti o gesti involontari e ripetitivi del corpo o del volto, possono essere considerati una variante del Disturbo Ossessivo Compulsivo.

SINTOMI E PERCEZIONE DEL RISCHIO:

Per chi vive con il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), i rituali rappresentano, paradossalmente, uno strumento per tentare di controllare e placare le proprie sensazioni ansiose, o per "controllare" la realtà circostante. La radice del problema risiede nel rapporto distorto con il rischio. Nella vita di ogni giorno, ci esponiamo costantemente a diversi livelli di rischio, e la nostra mente accetta quelli che giudica come "accettabili". Per esempio, camminando per strada sappiamo che esiste un rischio di essere investiti, ma lo accettiamo perché lo consideriamo sufficientemente basso.

Chi soffre di DOC, al contrario, aspira a una realtà priva del minimo rischio, dove le cose temute non abbiano neanche la più remota possibilità di verificarsi. Questa ricerca di una sicurezza assoluta è, purtroppo, un'illusione. Ed è proprio questa illusione che rende i rituali, con il passare del tempo, da un mezzo per tranquillizzarsi, a una vera e propria schiavitù.

I rituali nel DOC possono essere classificati come:

  • Riparatori: compiuti per espiare una colpa o per "riparare" un danno, reale o presunto, commesso in passato.
  • Preventivi: eseguiti per evitare che qualcosa di temuto accada nel presente o nel futuro.
  • Propiziatori: messi in atto con un atteggiamento quasi scaramantico, per favorire il verificarsi di un evento desiderato o per scongiurare che qualcosa di brutto accada a sé stessi o ai propri cari.

SENSAZIONI:

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo si mantiene e si rafforza proprio a causa di una sensazione di appagamento e rassicurazione che la persona percepisce immediatamente dopo aver svolto i rituali. Questa forma di "benessere" temporaneo, però, ha una durata sempre più breve. Lascia il posto, e sempre più rapidamente, al bisogno impellente di eseguire altri rituali e altri comportamenti rassicuranti. Si consolida così un circolo vizioso tra sensazioni (ansia/paura), pensieri (ossessioni) e comportamenti (compulsioni), che si alimentano reciprocamente, dando vita al disturbo e rendendolo sempre più radicato e invalidante.

CONSEGUENZE:

Chi soffre di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) diventa, a tutti gli effetti, schiavo dei propri rituali. Non è più la persona a controllare le compulsioni, ma sono le compulsioni a controllare lei e la sua intera vita. Spesso, per la vergogna o per la difficoltà di gestire i rituali in pubblico, si arriva ad evitare luoghi o persone, portando a un progressivo isolamento sociale. In alcuni casi, il bisogno di compiere i rituali diventa così pressante che la persona arriva a chiedere insistentemente ai propri familiari di partecipare ai rituali o persino di eseguirli al posto suo, coinvolgendo e logorando anche chi le sta vicino.

COME SE NE ESCE: Il Protocollo Strategico per il DOC

La Terapia Breve Strategica (TBS) offre un approccio altamente efficace per il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Utilizza tecniche appositamente sviluppate che mirano a rompere il circolo vizioso del DOC. L'intervento guida il paziente a riprendere gradualmente il controllo sui suoi rituali, riducendoli progressivamente fino a farli scomparire del tutto. Non si cerca di eliminare il sintomo con la forza, ma di modificarne la percezione e la funzione, portando il paziente a scoprire nuove e più funzionali modalità di gestire l'ansia e i pensieri ossessivi.

PERCENTUALE DI SUCCESSO DEL TRATTAMENTO:

Grazie all'applicazione di protocolli specifici e all'approccio strategico, la percentuale di successo nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo si attesta, ad oggi, intorno al 92% dei casi trattati. Questi risultati dimostrano l'elevata efficacia della Terapia Breve Strategica nel liberare le persone dalla prigione del DOC e restituire loro una vita piena e serena.

Psicoterapeuta Parma

Psicologo Psicoterapeuta a Roma
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