Il Meridiano: Ciclo sulla Teoria dell'Attaccamento e i suoi pionieri

Primi Passi

Ho scelto questo titolo con due significati: parliamo infatti di studi che tentano di descrivere i primi momenti della vita di un individuo, ma anche dei primi studiosi che si interessarono a questo aspetto della vita psicologica, inaugurando mezzo secolo fa le ricerche e le scoperte nel campo dell'attaccamento. Pubblicato ad Ottobre 2008

John l'Inglese

Contemporaneamente agli studi condotti da Lorenz in Austria, si sviluppava in Inghilterra il lavoro di John Bowlby. Figlio anche lui di un medico, si era avviato verso la carriera clinica e psicologica, interessandosi da subito al mondo dell'infanzia, fin da quando aveva trovato lavoro in una prestigiosa scuola per Bambini disadattati. Era particolarmente attratto dagli scritti di Lorenz, perché ritrovava nei piccoli di uomo molti dei comportamenti che erano stati studiati nei piccoli di altre specie. Pubblicato a Novembre 2008

Ancora un Precursore

Abbiamo già visto nel numero dedicato a Conrad Lorenz come le teorie sviluppate sugli animali dallo studioso austriaco avessero affascinato John Bowlby. C'era però anche in Inghilterra qualcuno che aveva cominciato a distaccarsi dalle teorie psicanalitiche classiche, guardando al rapporto madre-bambino con un occhio leggermente innovativo. Pubbblicato a Dicembre 2008

L'ambivalenza chiama altra Ambivalenza

Le ricerche hanno individuato quattro stili di attaccamento, dei quali due sono definiti Insicuri. Partiamo proprio da uno di questi, soffermandoci in particolare su quello che è stato denominato Attaccamento Insicuro ansioso Ambivalente. Pubblicato a Febbraio 2009

Attaccamento: una questione di Stile

Bowlby partì dall'idea della Base Sicura e mise a punto un preciso modello di ricerca scientifica per osservare le coppie madre-bambino, fondato sulle presenze e sulle assenze della madre, e sulle risposte del piccolo; da quelle osservazioni fu possibile ricavare l'esistenza inizialmente di tre stili di attaccamento diversi, che divennero poi quattro grazie agli studi di una sua stretta collaboratrice. Pubblicato a Gennaio 2009

E' proprio il caso di evitare?

Se nello stile Ambivalente, presentato nello scorso numero, è evidente una completa assenza di riferimenti affettivi, e il bambino non ha nessuna possibilità di costruire la pur minima certezza circa le presenze e le assenze della madre, nello stile Insicuro Evitante almeno qualcosa di certo c'è. Pubblicato a Marzo 2009

Disorientato sì, ma anche disorganizzato!

Le studiose Notarono che alcuni bambini reagivano in maniera decisamente strana alle assenze e alle presenze dei genitori, una maniera che non poteva essere inclusa in nessuno degli altri stili descritti in precedenza. Pubblicato ad Aprile 2009

Free Style

Dopo aver analizzato nei mesi precedenti gli stili di attaccamento caratterizzati da insicurezza e da disorientamento, siamo adesso all'ultimo degli stili indicati da Bowlby e dai suoi collaboratori. Si tratta dello stile denominato semplicemente Sicuro. Pubblicato a Maggio 2009

Noi e i MOI

Una sorta di rappresentazione degli altri, di come si comportano con lui, di cosa si può chiedere loro e di come farlo, e di come ci si può relazionare a loro. Bowlby diede un nome preciso a queste rappresentazioni mentali, le chiamò Modelli Operativi Interni (Internal Working Models). Sono quei Modelli che determineranno le modalità relazionali del bambino, tendendo anche ad auto-rafforzarsi nel tempo fino a diventare stabili, anche se tal volta patologici, nella vita adulta. Pubblicato a Giugno 2009

Noi e i MOI - Seconda parte

Secondo la teoria di Bowlby e dei suoi collaboratori la costruzione di un Modello Operativo Interno dipende in massima parte da come le figure significative reagiscono alle richieste di aiuto e di presenza espresse dal bambino. In particolare il bambino è molto sensibile ad un aspetto della relazione tra sé e la madre: quale comportamento riesce a far sì che lei gli si avvicini e gli dia la protezione di cui ha bisogno. In altre parole l'essere umano appena nato, anche se sembra incapace di fare ragionamenti logici, avrebbe l'abilità di capire quali sono i comportamenti che attirano la mamma verso di lui. Se il suo pianto fa avvicinare la mamma, allora il pianto assumerà subito il ruolo di comportamento favorevole, che egli metterà in pratica tutte le volte che vuole sua madre accanto. Lo stesso avverrà con comportamenti come l'adulazione, il rispetto delle regole, i capricci, se uno di questi comportamenti corrisponde ad una maggiore disponibilità e vicinanza della mamma. Pubblicato a Luglio 2009

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